Il momento piu' bello mentre scrivo e' quando divento la prima spettatrice di me stessa

VALERIA DUCATO - AUTRICE

“Avrei bisogno di soggetti da cui trarre spunto per i miei dipinti. Ti va di provare?” mi disse una pittrice di origine argentina.
No- risposi io.

Poi però al mio rientro a casa, trovai un messaggio della mia confort zone: “sono partita per un viaggio, sarò irrintracciabile per un po’, non mi cercare”.

Così accettai quella collaborazione e in seguito molte altre, che mi hanno portato a scrivere diversi racconti, alcuni editati, altri premiati (“L’irrisolta” e “Il mutuo in edicola”- Giulio Perrone Editore).

Sempre quell’anno ho frequentato a Milano, il corso di scrittura creativa di Raul Montanari.

Poi è venuto, il romanzo ”Dove altro devi andare?” e “Un popolo in ciabatte”, format radiofonico sul terremoto che ha colpito l’Abruzzo.

La mia confort zone, intanto si era rifatta viva, sembrava pentita. Mi imploro’ di tornare. Beh, “imploro’”, non esageriamo…

Nel novembre del 2010, mi venne proposta la stesura della biografia del duo canoro, i Jalisse. Non sapevo quasi niente di loro e il tempo a disposizione era veramente pochissimo, un mese circa.

Ovviamente risposi di no.

Mi voltai a guardare la mia confort zone, ma lei si era addormentata ubriaca, davanti alla TV e non tentai neanche piu’ di svegliarla.

Nel febbraio 2011 è uscito per ANordEst edizioni I Jalisse che fine hanno fatto?

In seguito è venuta l’esperienza entusiasmante a Radio24, nella redazione di Destini Incrociati, successivamente I Magnifici Destini, ecc..
Mi sono “innamorata” di tutti i personaggi di cui ho raccontato la storia, mi sono fatta ispirare dal loro coraggio, incoraggiare dai loro successi, stimolare dalla loro fantasia. Ho raccontato, vicende dimenticate e scomode (non c’era ancora la fiction di Rai1), come quella di Luisa Spagnoli e di Giovanni Buitoni, dell’invenzione del Bacio Perugina e della griffe di moda. E alla fine del 2016 ho chiuso il cerchio prestando la voce allo spot del Bacio Perugina.

Nel 2015, sono tornata al teatro, firmando il monologo teatrale “7 paia di scarpe da donna” , di cui sono anche attrice e regista.

La mia confort zone, pero’, era sempre piu’ alla deriva, girava per casa ogni giorno più grassa e inevitabilmente ubriaca.

Fu una sera all’improvviso, che presi coscienza che stavo mantenendo una confort zone che non mi dava piu’ nulla.

Un’ora dopo salivo su un taxi e la lasciavo definitivamente.

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